Massimo

Marano

Un caso d’amore

Ein Fall von Liebe

Eine Kriminalgeschichte

Aus dem Italienischen von Rosemarie Mailänder und Levis Roman
Synchronisation: Doppeltext

Titelblatt

Un caso d’amore

Informationen zum Buch

Leseprobe: Proverbi italiani

Impressum

Un caso d’amore

La ve­ri­tà del­la leg­ge e del­la giu­sti­zia
è ben di­ver­sa dal­la ve­ri­tà che ognu­no
di noi si por­ta den­tro.
Mas­si­mo Ma­ra­no
Sono le sei del mat­ti­no e Gia­co­mo, un con­ta­di­no che vive alla pe­ri­fe­ria di Ca­stel­lo, una tran­quil­la cit­ta­di­na nel­la cam­pa­gna la­zia­le, è già sve­glio, come tut­te le mat­ti­ne, sen­za far dif­fe­ren­za tra gior­ni fe­sti­vi e gior­ni fe­ria­li.
La cam­pa­gna non sa cosa sono le do­me­ni­che, le pian­te han­no sem­pre bi­so­gno di ac­qua da bere e di due mani che le col­ti­vi­no.
Gia­co­mo sor­seg­gia con gu­sto il so­li­to caf­fè, men­tre Artù, un cane pa­sto­re nero come la not­te, sco­din­zo­lan­do, si agi­ta da­van­ti alla por­ta di casa.
«Buo­no, buo­no che ora an­dia­mo», lo cal­ma Gia­co­mo e si av­via con il cane lun­go il Ve­tro.
Come sem­pre ri­ma­ne qual­che mi­nu­to sul­la riva del fiu­me a con­tem­pla­re la cam­pa­gna, re­spi­ran­do pro­fon­da­men­te le pri­me boc­ca­te di quell’aria friz­zan­te di apri­le.
Ad un cer­to pun­to il fiu­me si al­lar­ga di mol­to, e qui la cor­ren­te è de­bo­le: d’esta­te un po­sto idea­le per ve­ni­re a fare il ba­gno.
Un vec­chio oli­vo in­di­ca l’ini­zio del­la sua pro­prie­tà.
Gia­co­mo ap­pen­de la giac­ca a un ramo e si sie­de sul­la pan­ca di le­gno da lui stes­so fat­ta.
Dal ta­schi­no del­la ca­mi­cia estrae ta­bac­co e car­ti­ne per ar­ro­to­lar­si una si­ga­ret­ta.
Im­prov­vi­sa­men­te Artù co­min­cia ad ab­ba­ia­re all’im­paz­za­ta. Gia­co­mo si alza in pie­di, ag­grot­ta le so­prac­ci­glia.
Non si sta sba­glian­do, a pelo d’ac­qua gal­leg­gia il cor­po di una don­na. Gia­co­mo vuo­le aiu­ta­re la mal­ca­pi­ta­ta.
No­no­stan­te i suoi ses­san­ta­cin­que anni è an­co­ra for­te e ro­bu­sto, ma fa una fa­ti­ca enor­me a ti­rar­la fuo­ri dall’ac­qua.
Non bi­so­gna es­se­re un esper­to per ca­pi­re che non c’è più nien­te da fare.
«Por­ca mi­se­ria! Ma que­sta … que­sta è Anna Chi­si, la dot­to­res­sa! L’han­no am­maz­za­ta!»
escla­ma Gia­co­mo ad alta voce, come per far­si sen­ti­re da qual­cu­no.
La­scia lì il ca­da­ve­re del­la don­na e cor­re a casa, come non ave­va mai cor­so in vita sua.
An­si­man­te spa­lan­ca la por­ta di casa e ri­ma­ne fer­mo sull’uscio pie­ga­to in due con la mano in­col­la­ta alla ma­ni­glia:
«Emi­lia … Emi … Emi…liaaaa …», urla con il poco fia­to che gli è ri­ma­sto, «han­no … am­maz­za­to la dot­to­res­sa Chi­si! Emi­lia … la Chi­si … mor­ta!»
La mo­glie di Gia­co­mo spun­ta in ve­sta­glia dal­la por­ta del ba­gno. «Che dici? Ma sei ba­gna­to fra­di­cio, che è suc­ces­so?» gli chie­de stu­pi­ta.
«Anna Chi­si, la dot­to­res­sa … l’ho tro­va­ta mor­ta nel fiu­me. Hai ca­pi­to? Bi­so­gna av­ver­ti­re la po­li­zia!»
dice Gia­co­mo con un filo di ter­ro­re ne­gli oc­chi e poi si ac­ca­scia su una se­dia,
come se l’ul­ti­ma mezz’ora fos­se sta­ta per lui la più fa­ti­co­sa di tut­te le al­tre mezz’ore da lui fi­no­ra vis­su­te.
Sono anni che la mo­glie di Gia­co­mo ven­de frut­ta e ver­du­ra sul­la piaz­za prin­ci­pa­le di Ca­stel­lo
e la ban­ca­rel­la è un po’ un pun­to d’in­con­tro, dove mol­ta gen­te si fer­ma a chiac­chie­ra­re.
An­che la dot­to­res­sa Chi­si ve­ni­va ogni tan­to a fare la spe­sa da Emi­lia.
«Oh mio Dio, ma come fai a dire che l’han­no am­maz­za­ta?» chie­de scon­vol­ta.
«Come fac­cio a dir­lo? C’ha un buco gran­de così in mez­zo alla fron­te e gli oc­chi che qua­si gli sono sal­ta­ti fuo­ri dal­la te­sta … non è an­ne­ga­ta, di si­cu­ro no!
Mor­ta am­maz­za­ta … San­to Cie­lo!» Gia­co­mo sta per pren­de­re il te­le­fo­no e chia­ma­re la po­li­zia, ma poi cam­bia idea: «No … ci vado di per­so­na …
A Ca­stel­lo c’è un nuo­vo com­mis­sa­ria­to di po­li­zia.»
Anna Chi­si, una don­na mol­to at­traen­te di tren­tot­to anni, non po­te­va di cer­to pas­sa­re inos­ser­va­ta nel­la ri­den­te e tran­quil­la cit­ta­di­na di Ca­stel­lo,
dove si era tra­sfe­ri­ta qual­che anno fa con la fi­glia Lara, che tra poco com­pi­rà di­cian­no­ve anni.
Ap­pe­na giun­ta a Ca­stel­lo Anna Chi­si ave­va aper­to un am­bu­la­to­rio di pe­dia­tria
e nel giro di poco tem­po era di­ven­ta­ta il me­di­co di fi­du­cia di mol­te fa­mi­glie che l’am­mi­ra­va­no per la sua ca­pa­ci­tà e la sua sen­si­bi­li­tà nei con­fron­ti dei bam­bi­ni.
È mol­to tem­po che Anna Chi­si si è di­vi­sa dal ma­ri­to Ame­deo Chi­si
e di lui si dice che sia un uomo ric­co, sem­pre di­spo­sto a fare qual­sia­si cosa pur di sta­re ac­can­to alla fi­glia
e pro­ba­bil­men­te que­sto è il mo­ti­vo che lo ha spin­to a ve­ni­re a Ca­stel­lo.
Qui ha com­pe­ra­to un vec­chio ca­so­la­re sul fiu­me tra­sfor­man­do­lo in una sim­pa­ti­ca vil­let­ta con giar­di­no, pi­sci­na e spiag­get­ta pri­va­ta.

Originalausgabe
2013 Deutscher Taschenbuch Verlag GmbH & Co. KG, München

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eBook ISBN 978-3-423-41959-8 (epub)
ISBN der gedruckten Ausgabe 978-3-423-09483-2

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